Pelagio britannico
(360-420) Lettera sulla castità, Morcelliana, pp. 133-137
Una pagina di grande lucidità, in cui Pelagio cerca di distinguere gli elementi che permettono una ‘vita buona’: il poterla agire (che appartiene, secondo lui, a dio solo), il volerla agire e l’agirla di fatto (che sono invece parte dell’umano e che consentono una scelta che si possa davvero dire libera).
«Noi distinguiamo così questi tre fattori e li disponiamo come distribuiti in questo determinato ordine. Al primo posto mettiamo il potere, al secondo il volere, al terzo l’essere. Collochiamo il potere nella natura, il volere nell’arbitrio e l’essere nell’attività. Il primo, cioè il potere, appartiene propriamente a Dio che l’ha concesso alla sua creatura; gli altri due invece, il volere e l’essere, sono da riportarsi all’uomo, perché discendono dalla fonte dell’arbitrio.