Estratto dal Diario di un fratello marinaio. Aprile 1957: testimonianza di un Piccolo Fratello di Gesù.

Ho ritrovato, tra le pagine antologiche che nel tempo avevo raccolto, questo testo redatto da un discepolo di Charles de Foucauld. Mi sembra di trovarvi la grazia della semplicità e, insieme, della quotidianità profonda del credere cristiano nella sua essenza. Credere “incarnato” nel tempo e nella storia, soprattutto in quella dei semplici.
“E’ oggi, col sole di primavera, che bisogna vedere l’angolo del porto dove si trovano i canotti dei pescatori della costa. Colori vivaci, fiammanti, ricoprono i battelli che sono stati prima grattati e lavati per togliere il sudiciume dell’anno precedente e i segno dell’inverno. Quello della fraternità è grigio chiaro all’interno, e verde chiaro all’esterno con un largo bordo di verde più scuro. Tutti i ragazzi sono là a lavorare, pieni di coraggio perché già si parla seriamente della presenza del pesce. L’inverno non è stato freddo, le acque si sono mantenute abbastanza calde e il pesce si avvicina facilmente alla costa. Quest’anno c’è un mese di anticipo sul tempo normale, e queste notizie, sulla banchina, si diffondono in fretta!
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