di BARBARA SPINELLI (da La Repubblica – per leggere tutto l’articolo, clicca qui)
Propongo qui un estratto da uno degli interventi che sento più densi in questi giorni, sul tema delle dimissioni del Papa. L’insistenza della riflessione su questo avvenimento viene dalla percezione netta che è uno dei fatti per i quali nulla sarà più come prima.
[…] Lunedì abbiamo visto il Pontefice ritrarsi come il protagonista dell’Habemus Papam di Nanni Moretti. Ma attorno a lui non s’accampavano che volti imperturbati, senza increspature.
Angelo Scola, sapendosi possibile successore, si concedeva a fedeli e giornalisti e già sopiva, troncava. Antiche abitudini erano lì, pronte a cancellare le rughe: “È per il bene della Chiesa… State tranquilli… Dio ci guida…”. Pareva un assai ordinario democristiano. Anche questo non escludiamo: che la svolta tettonica venga presto minimizzata, sommersa. Quante volte diremo, negli anni futuri: quel che accade vanifica il graffio che fu la Grande Rinuncia. Polverizza la laicizzazione della Chiesa che il graffio in qualche modo e magari involontariamente presagiva.