Margherita Maria Alacoque
(1647-1690), Autobiografia, Apostolato della Preghiera Edizioni
La descrizione della visione che divenne punto di riferimento per il culto del Sacro Cuore. Il rapporto tra amore di Dio e peccato dell’uomo
“Dalla sua [di Cristo] sacra Umanità si sprigionavano fiamme, ma soprattutto dal suo costato… e il suo amantissimo e amabilissimo Cuore ne era la sorgente Fu allora che mi svelò le meraviglie inenarrabili del suo puro amore e fino a quale eccesso l’aveva portato: ad amare gli uomini da cui non riceveva che ingratitudine e indifferenza… Tu almeno cerca di supplire per quanto ti è possibile alla loro ingratitudine. Io sarò la tua forza, non temere: ma sta’ attenta a ciò che ti domando per disporti alla realizzazione dei miei disegni. Innanzitutto mi riceverai nel SS. Sacramento tutte le volte che te lo permetterà l’obbedienza, per quante mortificazioni e umiliazioni te ne vengano… Ti comunicherai pure tutti i primi venerdì d’ogni mese, e tutte le notti dal giovedì al venerdì ti farò partecipare alla tristezza mortale che volli soffrire nell’orto degli ulivi.
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Ricevendo dal mio Dio eccessivi doni del suo amore, ebbi il desiderio… di rendergli amore per amore. Egli mi disse: “Non puoi amarmi di più che facendo ciò che tante volte ti ho domandato” e, scoprendomi il suo Cuore divino: “Ecco quel Cuore che tanto ha amato gli uomini e non ha risparmiato nulla fino a esaurirsi e a consumarsi per testimoniare il suo amore; e, in cambio, non ricevo che ingratitudini dalla maggior parte degli uomini per il disprezzo, le irriverenze, i sacrilegi, le freddezze che hanno per me in questo Sacramento d’amore. Ma ciò che mi addolora di più è che sono i cuori a me consacrati a far questo… Perciò ti chiedo che il primo venerdì dopo l’ottava del Corpus Domini sia dedicato a una festa particolare per onorare il mio Cuore con le comunioni e degne riparazioni per le indegnità che riceve mentre è esposto sugli altari”.”