Thich Nhat Hanh
(1926-) La via della trasformazione. Quando la mente guarisce il cuore, Mondadori, p. 31
La nostra mente è un campo in cui si è seminato ogni tipo di seme: semi di compassione, di gioia e di speranza, semi di tristezza, paura, difficoltà. Ogni giorno i nostri pensieri, parole e azioni piantano nuovi semi nel campo della nostra coscienza e ciò che nasce da essi diviene la sostanza della nostra vita.
Nella nostra mente-campo si trovano semi salutari e non salutari che sono stati sparsi da noi stessi e dai nostri genitori, antenati, e dalla società in cui viviamo. Se seminate il grano, crescerà il grano: se agite in modo salutare, sarete felici. Se agite in modo non salutare, annaffierete in voi stessi e negli altri i semi dell’avidità, della rabbia e della violenza. […] Se dentro di noi coltiviamo i semi della gioia e trasformiamo i semi della sofferenza vedremo fiorire comprensione, amore e compassione. […]
La nostra coscienza-deposito contiene ogni genere di semi. Alcuni sono deboli, altri forti, alcuni sono grandi, altri piccoli, ma vi sono tutti: sia i semi del samsara, sia quelli del nirvana, i semi della sofferenza come i semi della felicità. Se in noi viene annaffiato un seme dell’illusione, la nostra ignoranza aumenta; se in noi cresce il seme dell’illuminazione, la nostra saggezza fiorisce.
Il samsara è il ciclo della sofferenza, la nostra dimora abituale quando viviamo nell’ignoranza. Ci riesce difficile uscire da questo ciclo; i nostri genitori hanno sofferto e ci hanno trasmesso i semi negativi di quella sofferenza.
Se non riconosciamo i semi malsani nella nostra coscienza e non li trasformiamo, lo passeremo a nostra volta ai figli, è certo. […] Allo stesso tempo, i genitori ci hanno trasmesso anche semi di felicità. […]
Nirvana significa stabilità, libertà, cessazione del ciclo della sofferenza. L’illuminazione non proviene dall’esterno, non è una cosa che ci viene data, nemmeno dal Buddha. Il seme dell’illuminazione è già nella nostra coscienza: è la nostra natura di Buddha.