(1193ca-1253) Testamento, in Fonti Francescane, Padova, 1977, pagg. 2271s
“Dopo che l’Altissimo Padre celeste si fu degnato, per sua misericordia e grazia, di illuminare il mio cuore perché incominciassi a fare penitenza, dietro l’esempio e l’ammaestramento del beatissimo padre nostro Francesco, poco tempo dopo la sua conversione, io, assieme alle poche sorelle che il Signore mi avea donate poco tempo dopo la mia conversione, liberamente gli promisi obbedienza, conforme alla ispirazione che il Signore ci aveva comunicata attraverso la lodevole vita e l’insegnamento di lui.
Il beato Francesco, poi, costatando che, nonostante la debolezza e la fragilità del nostro corpo, non avevamo indietreggiato davanti a nessuna penuria, povertà, fatica e tribolazione, né ignominia o disprezzo del mondo, che, anzi, sull’esempio dei santi suoi frati, tutto ciò stimavamo sommo diletto… molto se ne rallegrò nel Signore. Perciò, mosso da un sentimento di paterno affetto verso di noi, obbligò se stesso e la sua Religione ad avere sempre diligente cura e speciale sollecitudine di noi, allo stesso modo che dei suoi frati. E così… venimmo ad abitare accanto alla chiesa di San Damiano.”