Rémi Brague, da pochi giorni insignito del premio Ratzinger per la teologia, ha tenuto ieri all’Università Cattolica un’interessante relazione sul tema: “Non tradire la tradizione”. In un’intervista con il giornalista di Avvenire Paolo Viana, ha risposto in modo a mio parere estremamente efficace a una domanda sul comunicare il “pensiero” nel tempo di facebook e twitter:
“Non crede che il problema sia anche di trovare un codice per trasmettere una tradizione che risulta oramai incomprensibile per chi comunica con Twitter e Facebook?
Purtroppo quello che dice è fin troppo vero. Mi spiace ammetterlo ma è proprio così. Gli intellettuali al giorno d’oggi devono darsi il compito di trovare un linguaggio, prima di tutto, che sia comprensibile ai giovani. Quello che manca è in effetti un ponte attraverso il quale far passare alle masse ciò che pensano gli intellettuali e i media hanno la responsabilità tremenda di non far udire le idee alla gente, che di quelle idee ha invece un gran bisogno. i giornalisti sono come i sofisti descritti da Platone: ripetono, ripetono e ripetono quello che si dice in giro…”